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1.
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EAN-13: 9788857574363
Antimo Cesaro
L' utile idiota. La cultura nel tempo dell'olocrazia
Edizione:Mimesis, 2020

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Descrizione del libro

Due convincimenti sono sottesi ai saggi raccolti in questo volume: il primo é che la cultura sia un pre-requisito della democrazia; il secondo é che anche la forma di governo democratica (ritenuta la migliore possibile) sia inevitabilmente esposta a molteplici forme di decadimento. Il pudore affiorante - già  a livello terminologico - dall'analisi del perturbante scenario transdemocratico (superficialmente riassunto nel fortunato vocabolo "post-democracy"), può trovare, invece, nello studio dei "classici" un'indubbia condizione di consapevolezza del presente e di orientamento per il futuro. Basti pensare alla duplice possibilità  definitoria offerta dallo storico greco Polibio per descrivere la forma corrotta di democrazia: cheirocrazia ("dominio della forza bruta") e oclocrazia ("governo demagogico della massa"). Adottando una prospettiva epigonale e utilizzando l'espediente della fictio philosophica per collocarsi nel pieno bailamme di una dimensione oclocratica, l'autore tenta di offrire un'analisi - non priva di toni sarcastici - della catastrofe, scegliendo un particolare punto di vista: quello del decadimento culturale.

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2.
€ 13,00
EAN-13: 9788893447706
Antimo Cesaro
Breve trattato sul lecchino
Edizione:La nave di Teseo, 2019

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Descrizione

Descrizione del libro

“Il lecchino é sintesi sublime di disposizione e arte, di natura e cultura, di attitudine e abilità , di genio e capacità  organizzativa. Quest'essere straordinario deve dimostrare di possedere e coltivare una virtù fondamentale: la pazienza. Egli sa di dover leccare oggi per incassare domani. A furia di ingoiare rospi, sorridere a comando, applaudire e leccare scarpe e altro, con modestia, senza fiatare, il lecchino assumerà  via via posizioni di sempre maggiore rilievo nell'ambito di un ministero, di un'università , di un movimento politico, di un ordine professionale. Proprio al raggiungimento del culmine della carriera si consuma il dramma esistenziale del nostro Campione: si renderà  conto di non avere più a disposizione scarpe o natiche per le quali valga veramente la pena adoperarsi.”
Attraverso la storia e la letteratura – da Aristotele a Dante, da Machiavelli a Musil – Antimo Cesaro descrive il ritratto impietoso di una creatura immortale: il lecchino.

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3.
€ 16,00
EAN-13: 9788820403799
Antimo Cesaro
Machina mundi. Incursioni simbolico-politiche nell'arte federiciana
Edizione:Franco Angeli, 2012
Collana:Storia della filosofia antica e medioevale

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DescrizioneIl binomio che funge da titolo al volume, oltre a richiamare il poetico incipit del Liber Augustalis ( Post mundi machinam ), la singolare raccolta delle Constitutiones Regni Siciliae , intende anche evocare i due estremi, natura ( mundus ) e artificio ( machina ), dello spettro semantico lungo il quale si è consumata l'esuberante esperienza umana, culturale e politica del sovrano svevo. La poliedrica personalità  di Federico, stupor mundi e preambulum Antichristi , incise profondamente sulla sua epoca (la prima metà  del XIII secolo), rispetto alla quale assunse caratteri che non è azzardato definire costitutivi e speculari . Inoltre, per il carattere enantiodromico e ambivalente di ogni sua azione, sempre traboccante di vitalità  e carica di energie patiche, l'opera federiciana ben si presta ad essere inquadrata negli ambiti propri della ricerca simbolico-politica. Se sull'uomo e sul mito che da secoli l'accompagna ben difficilmente si può avere l'ambizione di dire cose del tutto nuove, innovativa può essere, invece, la prospettiva d'indagine. Di qui il meditato uso della parola "incursione" come tentativo di approccio al complesso mondo dell' ars federiciana. Essa vuole trasmettere al lettore l'idea della singolarità  di un percorso filosofico-politico che attraversa, insieme, territori contigui (filosofia e storia del diritto e delle istituzioni) e, anche, - apparentemente - lontani (arte figurativa, poesia, numismatica): munera aliena rispetto ai quali la fertile multidisciplinarietà  degli studi di simbolica consente di non ridursi ad un superficiale, quanto avvilente, silenzio. A ben vedere, è forse questo il miglior approccio ermeneutico per comprendere la ricchezza di significati sottesa al concetto di Kunstwerk , che, com'è noto, Jacob Burckhardt coniò per l'ambigua costruzione politica federiciana, sintesi polisemica di calcolo e di artificio ma, anche, di genio e sregolatezza. Antimo Cesaro è docente di Scienza e filosofia politica presso la Facoltà  di Studi politici della Seconda Università  degli Studi di Napoli. È presidente del C.R.E.S.O. (Centro di Ricerche sull'Ermeneutica Simbolica dell'Opera d'arte). Ha pubblicato vari saggi sul pensiero politico dell'età  medievale e rinascimentale, curando l'edizione critica degli Aforismi politici e del De politica di Tommaso Campanella e lo studio monografico La politica come scienza (Milano 20092). La sua più recente attività  di studio è orientata alla simbolica politica, una prospettiva di ricerca per la quale ha curato i volumi La spada e il labirinto (Napoli 2008), L'angelo e la fenice (Napoli 2009), La dama e il liocorno (Napoli 2009), Atrium Libertatis (Napoli 2010, con M.F. Schepis), nonché i volumi monografici Sguardi in ascolto. Il simbolo tra parola e immagine (Modena 2011, con G. Lombardo) e Lo sguardo di Ulisse (Napoli 20112).

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4.
€ 16,00
EAN-13: 9788846449795
Antimo Cesaro
La politica come scienza. Questioni di filosofia giuridica e politica nel pensiero di Tommaso Campanella
Edizione:Franco Angeli, 2011
Collana:Filosofia del diritto

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DescrizioneLa crisi della modernità  ha comportato una diversa considerazione delle categorie etiche, giuridiche e politiche. Il connotato comune delle moderne teorie del diritto naturale è da ravvisare nella sostituzione della trascendenza con l'immanenza delle leggi e delle istituzioni politiche, con la conseguente prevalenza della volontà  dello Stato sulla voluntas Dei . La realtà  è considerata matura per produrre da sé il giusto e, conseguentemente, anche il cosiddetto obbligo di diritto naturale, emancipandosi dalla sua base teonoma, è fatto scaturire dalla natura stessa delle cose, in uno sviluppo progressivo che lo fa evolvere in legge. Sul piano politico, lo Stato, risultato della riflessione e del calcolo , opera d'arte e prodotto dell' arte dello Stato e della scienza di governo , ha al suo vertice non più un principe nel senso feudale del termine, ma piuttosto un sovrano indipendente che fa di preferenza affidamento sulla sua intelligenza e sulle sue risorse piuttosto che su principi etici o sulla posizione che gli è affidata da Dio in una società  piramidale. Contro questo processo di secolarizzazione e di autonomizzazione del diritto e della politica si erge Tommaso Campanella, la cui vasta produzione di scritti politici è in larga misura sconosciuta agli studiosi in netto contrasto con l'amplissima diffusione delle numerose edizioni della Città  del Sole , che ha finito per avere un effetto addirittura distorcente e riduttivo rispetto all'acutezza e alla profondità  di pensiero del filosofo di Stilo. Campanella riprende il concetto (già  abbandonato da Duns Scoto e da Guglielmo di Ockham) di lex aeterna come radice unica e ineliminabile di ogni diritto e di ogni attività  legislativa. E se in Gregorio da Rimini la lex aeterna era da intendersi come recta ratio , è proprio sul concetto di ratio che si concentra l'attenzione del filosofo di Stilo, volta a sottolineare una distinzione gerarchica tra ratio humana e Ratio divina e una dipendenza dell'una dall'altra non solo in sede teorica ma anche pratica, dal momento che l'uomo possiede una ragione partecipata per mezzo della quale è costituito ut ens rationale. Negando l'oggettivismo autonomo dei valori e ricollegandosi, probabilmente in modo inconsapevole, alle teorie di alcuni dei più insigni rappresentanti della tarda scolastica spagnola, Campanella pone in Dio il fondamento ultimo della legge e dello Stato. Ribadendo i fondamenti metafisici del diritto e della politica il frate domenicano compiva una vera e propria saldatura tra la dottrina etico-giuridica e il resto del suo sistema filosofico; con ciò, però, il pensiero campanelliano, evolvendo in maniera affatto originale (una originalità  scaturente da un totale anticonformismo rispetto alle maggiori scuole di pensiero che andavano affermandosi quali antesignane della modernità ) nel panorama filosofico del primo Seicento, sanciva la sua condanna all'oblio e rafforzava, nel contempo, l'immagine di un pensatore continuamente in bilico tra due epoche, formatosi alla scuola di Telesio (e perciò desideroso di studiare la natura iuxta propria principia ) ma ancora attratto dal profetismo, dalla cabala e dall'astrologia, tanto da suscitare la facile ironia dei suoi contemporanei. Antimo Cesaro (Napoli 1968), dottore di ricerca in Filosofia politica presso l'Istituto di Studi Politici S. Pio V di Roma, già  membro del Consiglio Nazionale dei Beni Culturali e docente a contratto presso la Facoltà  di Giurisprudenza della II Università  degli Studi di Napoli, è attualmente titolare di assegno di ricerca presso l'Università  degli Studi del Molise per uno studio su La filosofia giuridica nell'età  della Controriforma ; collabora, inoltre, all'attività  didattica presso le cattedre di Filosofia del diritto e Filosofia politica della Facoltà  di Giurisprudenza dell'Università  "Federico II" di Napoli. Tra le sue pubblicazioni, oltre a vari studi sul pensiero politico del medio e tardo stoicismo e dell'età  del Rinascimento, ha curato l'edizione critica degli Aforismi politici (Napoli 1997) e del De politica (Napoli 2001) di Tommaso Campanella.

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